Menu
stemma
 

Seguici su facebookfacebook

La Biblioteca Metropolitana di Bari è nata nel maggio 1960 grazie alla donazione del bibliofilo barese Gennaro De Gemmis alla Provincia di Bari delle sue raccolte librarie ed archivistiche. Il suo patrimonio, ricco di fondi di storia pugliese, è andato arricchendosi negli anni grazie ad una politica di acquisti e di donazioni che hanno contribuito a delineare un’identità propria dell’ istituzione. Collocata al suo nascere nella Corte del Catapano, all’interno della cittadella della Basilica di San Nicola, poi in altri locali del quartiere murattiano, la Biblioteca ha trovato la sede definitiva nell’ex convento di Santa Teresa dei Maschi, posto nel cuore dell’antica città medievale, fra antichi palazzi, chiese e case torri.

Il complesso conventuale di Santa Teresa dei Maschi, costruito assieme all’attigua chiesa, fra il 1671 ed il 1690, ad opera dei Carmelitani Scalzi, è stato uno dei centri religiosi più significativi di Bari fino alla sua soppressione, avvenuta nel 1806. In epoca borbonica fu adibito a caserma militare, quindi a carcere femminile e nella prima metà del ‘900 ad assistenziario dei figli dei detenuti. Sull’ingresso principale dell’ex convento campeggia ancora l’emblema dell’Ordine carmelitano formato da tre stelle e una croce. Al di sotto si legge: “Domine susceptor meus es tu – et refugium meum – sempre in te sperabo.” Grazie ad un pregevole lavoro di restauro, finanziato con fondi dell’Unione Europea, essa si propone oggi come centro pilota dell’intera provincia barese, in grado di dare vita e continuità alle molte potenzialità che dai libri nascono e che conducono sulle strade infinite della cultura, da quelle della storia, dell’arte, della letteratura , fino alla musica, al cinema, alla fotografia. L’intero complesso è stato ripensato come “biblioteca seducente”, i cui ambienti - sale di lettura, sale di consultazione, spazi espositivi, auditorium, caffetteria - respirano e si illuminano della luce del chiostro seicentesco, dei grandi finestroni, delle terrazze sulle quali si trova il teatro all’aperto sul quale passano i colori mutevoli del mare.
In tale contesto hanno trovato definitiva sistemazione sia il patrimonio bibliotecario, consultabile anche attraverso il polo informatico in SBN “Terra di Bari”, comprensivo delle sezioni speciali Storia del Regno di Napoli, Storia del Mezzogiorno, Archivio Storico De Gemmis, Archivi del ‘900, e i settori di Scienze Umane e Sociali, Storia della Moda e del Costume., Storia delle Donne, Fototeca e Cartografia storica, che le esperienze di ricerca e di produzione culturale che hanno contraddistinto la Biblioteca negli ultimi trent’anni. Non vanno dimenticati infatti i progetti speciali realizzati fin dal 1977 con la mostra "Documenti di cultura popolare in Italia meridionale Puglia ex voto", “Puglia Emigrazione”….oltre le tante produzioni condotte in collaborazione con istituzioni culturali ed universitarie. La nuova e definitiva sede della Biblioteca, rinnovata anche nelle sue vocazioni maturate attraverso la conoscenza del territorio pugliese, riprende ad operare per offrire servizi e prospettive sempre qualificanti per la ricchezza e la conoscenza della cultura.
A seguito della emanazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”,  la Biblioteca De Gemmis fa capo alla Città Metropolitana di Bari.
 
SEDE ATTUALE DELLA BIBLIOTECA: Complesso Santa Teresa dei Maschi - Strada Lamberti 3 - 70122 Baru
 
Anno di apertura della nuova sede: 2003
Superfice complessiva: 3000 mq. ca.
Frutto di un lungo iter politico e progettuale, l'attuale Complesso di Santa Teresa dei Maschi nel quale è ubicata la Biblioteca è costituito da un edificio di tre piani fuori terra che si sviluppano intorno all'antico chiostro dell'ex convento dei Carmelitani, in attacco al fronte absidale della chiesa di S.Teresa dei Maschi. Al piano interrato, i depositi librari e la cosiddetta ''area archeologica''.
SPAZI
Piano terra: reception, cataloghi, sala lettura, emeroteca.
Primo piano: sala lettura, terrazzo attrezzato, uffici, direzione.
Secondo piano: sala lettura multimediale, sala polivalente, uffici, sezione manoscritti.
Lastrico solare: terrazza panoramica con platea per spettacoli all'aperto.

IL FONDATORE
Gennaro de Gemmis appartenente ad un'antica e nobile famiglia terlizzese, nacque a Bari il 19 novembre 1904. Diversi membri della sua famiglia avevano ricoperto, in epoche storiche, incarichi di grande prestigio negli alti gradi dell'amministrazione borbonica; altri si erano distinti nella cultura, negli studi giuridici, economico-politici, nella gerarchia ecclesiastica. Laureato in ingegneria, si dedicò sin da giovane alla ricerca di documenti, a stampa e manoscritti, che riguardavano la storia della Puglia e del Regno di Napoli.
I contatti con collezionisti privati, con librai antiquari italiani e stranieri, con bibliofili di fama internazionale, produssero una cospicua corrispondenza, testimonianza di una dedizione che si configura subito in un progetto di salvaguardia dalla dispersione di fonti storiche. In un primo tempo ordinò le sue collezioni nella sua casa barese, in piazza Garibaldi. Gli eventi bellici lo costrinsero a trasferire tutto in una villa di campagna, detta Torre di San Giuliano, sita nei pressi di Terlizzi. Nei primi anni ’50 del 1900, Torre San Giuliano divenne per molti studiosi italiani e stranieri, attratti dall'importanza del materiale conservato, e dalla personalità del proprietario, una sorta di tappa obbligata nei viaggi in Puglia. D'altra parte, il de Gemmis si adoperò infaticabilmente nella promozione ed organizzazione di congressi, convegni ed iniziative culturali che lo videro animatore e protagonista distinto e munifico.

Il protrarsi di tale febbrile attività, i numerosi incarichi ricoperti in prestigiose istituzioni storiche, l'onerosa ed impegnativa gestione di un contenitore culturale così complesso, indussero tuttavia il barone a cedere alla Provincia di Bari il suo patrimonio bibliografico e manoscritto. Il 18 febbraio 1957 il Consiglio provinciale deliberava di accettare la donazione dell'intera raccolta che trovò sistemazione dello storico complesso architettonico annesso alla Basilica di San Nicola, detto Corte del Catapano. Il 15 maggio 1960 la Biblioteca Provinciale "Gennaro De Gemmis" fu ufficialmente inaugurata nella nuova veste di istituto di pubblica lettura, guidata dallo stesso barone che si spense il 23 marzo 1963. 

La Sezione manoscritti della Biblioteca ha come nucleo fondante i documenti cartacei e pergamenacei di argomento pugliese, acquistati e raccolti da Gennaro De Gemmis durante anni di ricerche. Il progetto dello studioso terlizzese era “il miraggio di riunire da una parte quanto è stato stampato sulla nostra regione, dall’altra di formare quello che potrebbe essere il primo nucleo di un Archivio storico della Puglia”

Durante gli anni che vanno dall’atto di donazione di de Gemmis dell’intera sua biblioteca, la sezione si è andata arricchendo di nuovi archivi, donati o acquistati dalla stessa Amministrazione Provinciale, che hanno proseguito ed ampliato la caratterizzazione della biblioteca quale fonte per lo studio e la ricerca della storia pugliese.

Attualmente la sezione manoscritti è suddivisa in fondi, ciascuno riconoscibile dal nome dello storico o del personaggio da cui proviene.

 

Fondo De Gemmis. La raccolta, donata da Gennaro De Gemmis, con l’intera sua biblioteca all’Amministrazione provinciale di Bari nel 1957, era descritta sommariamente in un inventario manoscritto redatto dallo stesso De Gemmis e da uno schedario alfabetico per soggetto su personaggi pugliesi, città e avvenimenti di storia locale rilevati dallo studioso. E’ composta da documenti riguardanti Bari e paesi della provincia di Bari, famiglie nobili , atti notarili, benefici ecclesiastici, stato civile della popolazione, bilancio , ecc. Nella sezione è anche conservato un altro inventario manoscritto autografo del De Gemmis, del 1937, forse il primo inventario completo del suo patrimonio manoscritto, corredato di stemmi ed alberi genealogici di famiglie pugliesi, di mano dello stesso storico terlizzese.   

Fondo pergamenaceo.  Parte integrante del nucleo originario della donazione di De Gemmis è di notevole entità, costituito di duecentocinquanta pergamene datate tra il XII ed il XVIII secolo, contenenti atti pubblici e privati di vario argomento: concessioni e riconoscimenti di benefici, richieste di permessi di vendita, di esenzioni, acquisti, vendite, petizioni… atti riguardanti il territorio pugliese. Fanno parte del fondo anche pergamene del XIX secolo, diplomi di laurea di personaggi pugliesi e dispositivi di chiese locali. Un nuovo ordinamento, propriamente più archivistico ma nel rispetto dell’organizzazione data alle carte dal De Gemmis, fu effettuato grazie ad un progetto sull’occupazione giovanile (legge n. 285 del 1977) che portò alla compilazione di un nuovo inventario ed alla pubblicazione delle pergamene più antiche e del regestario di tutto il fondo pergamenaceo. Le pergamene digitalizzate sono consultabili alla pagina web della  Soprintendenza Archivistica per la Puglia. Il regestario delle pergamene è stato pubblicato a cura di C. Falconieri, Regestario delle pergamene della Biblioteca provinciale De Gemmis di Bari, Bari, Società di Storia Patria per la Puglia, 1986. Parte delle stesse sono state studiate dal praf. Antonio d'ltollo e pubblicate con il titolo Le pergamene della Biblioteca provinciale De Gemmis di Bari (1159 -1400) a cura di A. d'Itollo, Bari, 1981 [Codice Diplomatico Pugliese, XXIV, parte III]. 

Fondo Vista. Composto dalle carte dello studioso barlettano Francesco Saverio Vista (1843-1919), fu acquisito direttamente da De Gemmis prima della donazione della sua biblioteca. Non si è riusciti a ricostruire la storia del trasferimento delle carte dalla famiglia Vista al De Gemmis, certo è che lo studioso terlizzese non si dovette lasciar sfuggire l’occasione di entrare in possesso di documenti che contribuivano in maniera decisiva alla ricostruzione di un tassello della storia della provincia di Bari. Il Fondo Vista è formato da circa settemila carte suddivise in fascicoli. Le carte, riguardanti esclusivamente la città di Barletta, il suo territorio ed i suoi abitanti sono per la maggior parte slegate e composte da trascrizioni, studi e ritagli di giornali.

Fondo Beltrani. Composto dalle carte dello studioso tranese Giovanni Battista Beltrani (1848-1932), fu acquistato dall’Amministrazione Provinciale di Bari nel 1959. A Gennaro De Gemmis fu affidato il compito della perizia e del parere sull’acquisto dell’archivio dell’erudito tranese e, successivamente, del suo riordino ed inventariazione. Costituito da trascrizioni di pergamene e atti riguardanti la Puglia eseguite dal paleografo tranese nel Grande Archivio di Napoli, per un totale di 72 buste le serie (38) sono quasi tutte quelle organizzate dal De Gemmis.

Fondo Rogadeo. Pervenuto in biblioteca nel 1960 circa, è così denominato dalla originaria appartenenza a Giovanni Vincenzo Rogadeo(1834-1899), nominato da Giuseppe Garibaldi Primo Governatore della Provincia di Bari. Fu anche sindaco di Bitonto e Senatore del Regno. Il fondo contiene atti strettamente legati agli incarichi pubblici ricoperti dal Rogadeo ed all’opera da lui svolta a favore dell’Unità d’Italia.

Fondo Lucarelli. Dietro disposizioni testamentarie dello stesso Antonio Lucarelli (1874-1952), socialista e storico, la raccolta bibliografica ed archivistica fu donata nel 1961 dagli eredi (famiglia Cirielli di Acquaviva) all’Amministrazione provinciale. Il fondo archivistico è costituito da manoscritti di studi sul Risorgimento, brigantaggio e socialismo.

Fondo La Sorsa. Donato nel 1962 all’Amministrazione provinciale dallo stesso prof. Saverio La Sorsa (1877-1970), scrittore studioso di storia pugliese e demopsicologia. Il fondo è costituito da manoscritti di folklore e tradizioni popolari.

Fondo Colella. Donato nel 1970 all’Amministrazione provinciale dagli eredi di Giovanni Colella (1867-1953) e di suo figlio Carlo Colella, composto da lettere, appunti, volantini, ritagli di giornale, di carattere storico-politico, in particolare del Partito Socialista Italiano. (L’inventario è pubblicato qui https://fondazionedivagno.archiui.it/oggetti/16-giovanni-e-carlo-colella/)

Fondo Colavecchio. Donato dagli eredi nel 1977, contiene materiale manoscritto di argomento storico e socialista, dell’avvocato Francesco Saverio Colavecchio (1863-1927), politico e studioso delle memorie e della storia pugliese, direttore della Biblioteca Nazionale di Bari “Sagarriga Visconti Volpi” dal 1918 al 1921.

Fondo Fiore. Donato dalla moglie nel 1982, contiene materiale manoscritto (corrispondenza, appunti, bozze di libri pubblicati) connesso all’attività politico letteraria di Tommaso Fiore (1884-1973), scrittore e politico socialista.

Fondo Laricchiuta. Donato dagli eredi nel 1986, contiene materiale manoscritto di Eugenio Laricchiuta (1896-1981) con documentazione relativa alla sezione barese della “Società Umanitaria”, bollettini sindacali e riviste, lettere, verbali e giornali del periodo della II guerra mondiale e successivi. (L’inventario è pubblicato qui: https://fondazionedivagno.archiui.it/oggetti/11-eugenio-laricchiuta/)

Fondo Casavola. Donato dagli eredi nel 1995, è composto da documenti, sul futurismo, lettere e spartiti musicali del musicista Franco Casavola (1891-1955). (Inventario consultabile in sede)

Fondo P. Delfino Pesce. Donato dagli eredi nel 1995, è composto di documenti riguardanti l’attività politica, giuridica, teatrale, editoriale, la corrispondenza e le carte private di famiglia di Piero Delfino Pesce (1874-1939).

 

La sezione è consultabile la mattina dalle ore 9.00 alle 13.30, previo appuntamento telefonico o richiesta via email

 per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 080-5412596 (centralino) 

IL PATRIMONIO LIBRARIO 

La Biblioteca è stata caratterizzata fin dal suo nascere da fonti documentarie strettamente legate alla storia pugliese e delle regioni meridionali. La parte più consistente del patrimonio librario comprende, infatti, raccolte di volumi riguardanti i più significativi fenomeni politici, amministrativi, sociali, economici della storia e delle istituzioni del Regno di Napoli – della provincie pugliesi in particolare - nonché raccolte di storia locale di diverse città pugliesi e meridionali, opere di autori pugliesi assieme ai fondi sulle famiglie che hanno rivestito un ruolo importante in Puglia e nel Mezzogiorno.
Complessivamente il patrimonio librario è costituito da circa 70.000 unità comprendenti volumi, opuscoli, carte sciolte a stampa, distribuite nelle sezioni Storia d'Italia, Storia del Regno di Napoli fino al 1815, Storia del Regno delle Due Sicilie, Questione meridionale, Storia di Puglia, Storia del socialismo e del movimento operaio, Storia dell'Arte, Araldica, Numismatica, Antropologia Culturale, Sociologia, Folklore e Storia della Moda e del Costume. Ciascuna delle sezioni indicate si articola in sotto sezioni corrispondenti a discipline specialistiche. Molti volumi sono particolarmente pregiati per contenuto, antichità e raffinatezza dell'edizione. Vanno infatti considerate sezioni di particolare valore storico-bibliografico la raccolta di volumi di tecniche agricole editi fra il '700 e l' '800, le edizioni francesi settecentesche, dizionari ed enciclopedie storiche.
Degna di particolare nota la monumentale opera di J. C. R. Saint-Non ‘‘Voyage Pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile’‘ edita a Parigi tra il 1781 e il 1786 in cui figurano antiche vedute di cui 36 dedicate alla Puglia. Altra opera settecentesca degna di nota è ‘‘Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci Provincie’‘ di G. B. Pacichelli che con le sue 42 vedute prospettiche della Puglia, documento di notevole interesse sul piano della storia e della tecnica cartografica.
La Puglia è ancora raffigurata nelle antiche vedute ottocentesche tratte dalla ‘‘Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole’‘ di A. Zuccagni Orlandini e nell'opera di Cesare Orlandi ‘‘Delle Città d'Italia e sue isole adjacenti’‘ pubblicata a Perugia nel 1770.
Altre raccolte di particolare interesse si trovano nel fondo degli illuministi del Settecento napoletano, nei fondi meridionali e in quelli francesi che fanno della Biblioteca De Gemmis uno dei punti di riferimento della cultura regionale e meridionale.
Nel campo della Storia dell'arte figurano fonti e trattati compresi fra il XII e XX secolo, monografie e cataloghi ragionati di artisti, bibliografie e repertori specializzati, cataloghi di mostre e di collezioni di musei. Negli ultimi anni è stata prestata attenzione anche alla produzione editoriale relativa all’iconologia, alla museologia, al restauro, all’ architettura, alla cultura materiale, alle arti applicate, ed altrettanto interessante è la documentazione sulla storia della musica, del teatro, del cinema.Nel settore demo-antropologico e delle scienze umane e sociali trovano posto opere sul folklore e sulle tradizioni popolari, sull’arte popolare, l’artigianato, i canti, le tradizioni gastronomiche, specchio di un’identità regionale fortemente riconoscibile nelle relazioni socio-culturali nel tessuto delle culture del mezzogiorno continentale. Qui figurano nomi autorevoli come Pitrè, Di Nola, Lanternari, De Martino, per i canti popolari gli studi di Leydi, e ricercatori pugliesi come Bronzini, Sada, La Sorsa, Giovine.
Un filone in costante incremento è rappresentato dalla documentazione relativa alla storia delle donne, del costume e della moda, nella misura in cui la rappresentazione del femminile ha assunto nel tempo una chiara valenza socio-culturale con le implicazioni che il fenomeno comporta nel contesto meridionale.
Sono comunque presenti testi di narrativa per adulti e una piccola sezione libraria per bambini e ragazzi (più di 2000 libri).
 
OPUSCOLI DELLA BIBLIOTECA
Di fondamentale importanza è l'ingente patrimonio che raccoglie gli opuscoli del Fondo De Gemmis che si arricchisce negli anni in acquisizioni e donazioni espandendo sempre più la sezione costituita da 282 cartelle numerate, ciascuna contenente un numero variabile di opuscoli raggruppati sistematicamente per argomento.
La raccolta contiene un'ampia documentazione sull’ l'Italia Meridionale con particolare riferimento alla Puglia, alle sue province ed ai comuni sotto il profilo storico, economico, culturale, artistico e urbanistico. Di particolare interesse risultano gli opuscoli che documentano la storia e la cultura della città di Bari fra '800 e 1900.
Di questa sezione fanno parte anche più di 500 opuscoli delle Allegazioni Giuridiche (completamente digitalizzate e disponibili on line qui) costituite da atti di cause civili tra privati o tra istituzioni pubbliche e private presso i Tribunali Napoletani, datati dalla fine del 1700 e la fine del 1800; 500 opuscoli del Fondo Tommaso Fiore con trattati di letteratura latina, greca e italiana, e di storia locale; 1000 opuscoli del Fondo Laricchiuta di informazione politica (Socialismo, Comunismo, Movimento operaio, Fascismo e Antifascismo.); 1200 opuscoli del Fondo Delfino Pesce.
 
Il patrimonio librario della biblioteca catalogato è consultabile nel catalogo on line (Opac Terra di Bari).

 

Save
Cookies user prefences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Read more
Sessione
www.cittametropolitana.ba.it
Accept
Decline
Unknown
Unknown
Accept
Decline
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Google Analytics
Accept
Decline
Matomo
Accept
Decline