Guida all’ascolto
L’argomento è tratto dalla celebre favola settecentesca di Carlo Gozzi, universalmente famosa per la splendida versione operistica di Giacomo Puccini, purtroppo lasciata incompiuta a causa della morte del musicista. La trama è semplice: il principe Calàf, dopo la sconfitta del suo regno, vaga in esilio e a tutti ignoto, fino ad arrivare a Pechino dove incontra amici e dignitari della sua corte anch’essi fuggiti dopo il rovescio del regno. Nella capitale dell’impero cinese viene a conoscenza del fatto che la bellissima principessa Turandot, figlia unica dell’imperatore Altoum, indignata per la sorte crudele di una sua antenata oltraggiata dall’usurpatore re dei tartari, costringe chiunque osi aspirare alla sua mano a tentare di risolvere tre difficilissimi enigmi. Chi non li risolve è condannato alla decapitazione. Il giorno in cui Calàf arriva nella città assiste al supplizio del principe di Samarcanda ma, vista Turandot, pur indignato dalla sua crudeltà è colpito dalla sua bellezza e se ne
innamora perdutamente. Anche se tutti cercano di dissuaderlo egli sfida la principessa e vince: Turandot, però, non vuole comunque sposare uno sconosciuto, nonostante i rimproveri dell’imperatore suo padre. Calàf, a sua volta indignato per il disprezzo della bella principessa, a sua volta la sfida: la crudele avrà tutta la notte per cercare di sapere il suo nome. Se ci riuscirà egli andrà a morte. Turandot accetta. Tutti cercano di ottenere il nome segreto, spaventati dalle rappresaglie minacciate dalla principessa inferocita. Le sue dame di compagnia, una delle quali è innamorata a sua volta di Calàf, cercano di convincerlo alla fuga per salvare se stesso e tutti, ma il giovane è disposto a tutto, anche a costo di lasciare imprigionare il suo vecchio padre Timùr, esule anch’esso, con il fido antico tutore Baràch. Alla fine Turandot viene a conoscere il nome del principe ma se ne è ormai innamorata: si pente di tutto il male fatto e sposa Calàf con gioia di tutti e tripudio generale.
Nicola Scardicchio